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Di nuovo vergine, col bisturi

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2007 06:19
30/04/2007 06:19
 
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Bachatero Mayor
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Scritto da: "Nessuno" 29/04/2007 16.40

penso che la ricostruzione dell'imene non risponda ad un'esigenza funzionale..., non risponda nemmeno ad un'esigenza estetica..., è comunque un intervento chirurgico che comporta dei rischi e dei costi notevoli. Ritengo dunque che l'unico motivo per cui si potrebbe prendere in considerazione tale operazione è relativo a sopperire a condizionamenti socio-culturali. L'esigenza di essere accettate da una società in cui il "maschio" (qualunque maschio, anche quello di cui la povera donna si innamora, o quello a cui viene consegnata in moglie...) sottostà a delle leggi e delle usanze secondo le quali la perdità di verginità fuori dal matrimonio viene punita anche con la lapidazione. Pensate quindi che la povera donna in questione dopo aver perso la propria verginità, magari a causa della violenza di uno di quei "maschi", decide di sottoporsi volontariamente ad un'altra "violenza" (quella del bisturi) per potersi "reinserire" nella propria società.

Nella nostra "cara" cultura occidentale questo problema non esiste o, per lo meno, anche chi tiene alla verginità, se questa manca se ne fà una ragione e non pensa a ritorsioni animalesche (me lo auguro...). Certo, se una donna che lo ritiene ancora un valore importante (e ce ne sono tante!) ha l'orrenda sfortuna di subire uno stupro la questione assume una molteplice gravità, alla violenza fisica e a quella morale più o meno comprensibili da chiunque (nei limiti delle proprie esperienze) si unisce l'intangibile violenza dell'anima. La rottura di quel vincolo a cui la donna stessa decide di legarsi e di rispettare per motivi tanto personali ed intimi quanto vitali.



Paragoniamo ora la perdita della verginità, quale avvenimento comune ad ogni donna ma vissuto da ognuna in maniera personale, a quello che oggettivamente è il dolore più grande che ognuno possa provare cioè la perdita di un proprio caro. Si tratta in questo caso del fenomeno emotivamente più condizionante e stravolgente della vita, nei confronti del quale siamo impotenti subendolo senza avere possibilità di replica. A ciò non vi è rimedio, si può solo metabolizzare il dolore che ne deriva e conviverci.
Penso che la perdita della verginità sia come la "perdita" (nel migliore dei casi la conquista!) di una parte di se stessa. Il "distacco" o l'"abbandono" (inteso in senso affettivo come tra due amanti) di un aspetto della propria anima, a cui si dava una certa importanza, a favore di una nuova condizione psico-fisica tanto diversa dalla precedente quanto traumatico e importante è ritenuto quello stesso "abbandono".

Tutto ciò premesso...
Credo che in ogni vicenda umana l'unico modo di superare il proprio dolore sia prenderne coscienza, considerarlo nella giusta importanza, tenerlo presente a se stesso e, se possibile, trarne degli insegnamenti. In tutto ciò può sicuramente aiutare uno psicologo, ma non credo che nessun buon psicologo indurrebbe un proprio cliente a rendere latente un problema. Anzi, più il problema è grave, e più dovrebbe cercare di farne emergere poco alla volta ogni sfaccettatura in modo da far metabolizzare gradualmente il dolore.


P.S.: scusate per la lunghezza, ma non volevo rischiare di essere spicciolo o lapidario visto che è un tema che mi interessa.


io sono perfettamente d'accordo ed è esattamente quello che cercavo di esprimere....forse posso essere sembrata lapidaria e spicciola(anche se nn credo proprio), ma purtroppo o per fortuna l'argomento mi interessa e sopratutto mi accende in maniera mooolto particolare...
Per cui ringrazio nessuno [SM=g27828] per aver espresso il mio pensiero in maniera chiara e razionale... [SM=g27828]

sono perfettamente d'accordo sopratutto sul paragone alla persona cara che viene a mancare... [SM=g27811] [SM=g27813] e inoltre per trarre insegnamenti da una vicenda(anche e principalmente negativa)nn puoi assolutamente renderla latente... [SM=g27829]
Lo Zahir è qualcosa che,una volta che lo si è toccato o visto, non si dimentica più e occuperà ogni nostro pensiero fino alla follia.Il mio Zahir ha un nome.....
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