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Di nuovo vergine, col bisturi

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2007 06:19
29/04/2007 16:40
 
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Merenguero Junior
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(bellissima discussione!!!) proverò ad esprimere anche il mio parere...
In linea con i post precedenti, penso che la questione sia legata a due aspetti principali, uno relativo ad una violenza o ad un "errore" al quale si vuole porre rimedio, e l'altro relativo a motivi estetici o funzionali.
Ma volendo analizzare i perchè e i per come di un'operazione di questo tipo mi viene spontaneo paragonarla ad altri tipi di interventi chirurgici e mi accorgo che questo è diverso da qualunque altro sotto ogni profilo.

Solitamente un'operazione è fatta per riparare o sostituire una parte del corpo che ha perso o ridotto le proprie funzionalità. Negli ultimi anni siamo però abituati a sentir parlare più di operazioni per interventi di estetica, talvolta molto invasivi e dagli esiti drammatici, che di interventi di medicina. Sappiamo bene che un trapianto di cuore ci può salvare la vita, sappiamo anche che la ricostruzione di una mammella potrebbe ridare la voglia di vivere ad una donna che ha lottato contro il cancro... Questi due tipi di intervento hanno in comune il voler ridare il benessere psicofisico all'individuo e, sebbene nel primo caso l'intervento sia inevitabile, nel secondo la scelta di operare è strettamente legata ad un fattore estetico che però rischia di determinare (per chi ha subito il trauma dell'asportazione) ripercussioni nelle relazioni personali e gravi disagi psichici.

Ora, per tornare alla discussione del topic, penso che la ricostruzione dell'imene non risponda ad un'esigenza funzionale..., non risponda nemmeno ad un'esigenza estetica..., è comunque un intervento chirurgico che comporta dei rischi e dei costi notevoli. Ritengo dunque che l'unico motivo per cui si potrebbe prendere in considerazione tale operazione è relativo a sopperire a condizionamenti socio-culturali. L'esigenza di essere accettate da una società in cui il "maschio" (qualunque maschio, anche quello di cui la povera donna si innamora, o quello a cui viene consegnata in moglie...) sottostà a delle leggi e delle usanze secondo le quali la perdità di verginità fuori dal matrimonio viene punita anche con la lapidazione. Pensate quindi che la povera donna in questione dopo aver perso la propria verginità, magari a causa della violenza di uno di quei "maschi", decide di sottoporsi volontariamente ad un'altra "violenza" (quella del bisturi) per potersi "reinserire" nella propria società.

Nella nostra "cara" cultura occidentale questo problema non esiste o, per lo meno, anche chi tiene alla verginità, se questa manca se ne fà una ragione e non pensa a ritorsioni animalesche (me lo auguro...). Certo, se una donna che lo ritiene ancora un valore importante (e ce ne sono tante!) ha l'orrenda sfortuna di subire uno stupro la questione assume una molteplice gravità, alla violenza fisica e a quella morale più o meno comprensibili da chiunque (nei limiti delle proprie esperienze) si unisce l'intangibile violenza dell'anima. La rottura di quel vincolo a cui la donna stessa decide di legarsi e di rispettare per motivi tanto personali ed intimi quanto vitali.
La perdita della verginità (prima del matrimonio) può però essere dovuta anche ad altri motivi quali la scelta di "farlo..."(che anche se prematura sempre scelta è...!) o anche a cause accidentali dipendenti ad esempio da esergici ginnici (come la spaccata) che, abbinati ad una scarsa elasticità dell'imene, in alcune bambine ne provocano la parziale rottura. Ci sono anche donne che a causa di una notevole elasticità dell'imene o per le sue dimensioni ridotte non subiscono la rottura durante l'atto sessuale.

Pensiamo ora a quell'aspetto commerciale (perchè c'è!) della chirurgia che segue i principi di domanda e offerta ma anche di offerta di un prodotto per innescare dei bisogni nei consumatori. E pensiamo anche se non ci fosse nessuno che fornisse la possibilità di effettuare questo tipo di operazione. Beh, credete veramente che una donna stuprata o che l'"ha fatto" troppo presto senza dare alla cosa il giusto peso senta il bisogno di farsi ricostruire l'imene? Io penso proprio di no. Inoltre, poichè il "danno" di cui parliamo non si vede, oltre a non procurare conseguenze dal punto di vista funzionale non ne ha alcuna neanche sotto il profilo estetico. Dunque la perdita della verginità non condiziona in alcun modo la vita della donna o le normali relazioni personali che questa ha con il prossimo. Tuttavia siamo d'accordo sul fatto che le conseguenze sotto il profilo psicologico possono essere di gran lunga più gravi e difficili da curare di qualunque altra conseguenza possa derivarne.

Paragoniamo ora la perdita della verginità, quale avvenimento comune ad ogni donna ma vissuto da ognuna in maniera personale, a quello che oggettivamente è il dolore più grande che ognuno possa provare cioè la perdita di un proprio caro. Si tratta in questo caso del fenomeno emotivamente più condizionante e stravolgente della vita, nei confronti del quale siamo impotenti subendolo senza avere possibilità di replica. A ciò non vi è rimedio, si può solo metabolizzare il dolore che ne deriva e conviverci.
Penso che la perdita della verginità sia come la "perdita" (nel migliore dei casi la conquista!) di una parte di se stessa. Il "distacco" o l'"abbandono" (inteso in senso affettivo come tra due amanti) di un aspetto della propria anima, a cui si dava una certa importanza, a favore di una nuova condizione psico-fisica tanto diversa dalla precedente quanto traumatico e importante è ritenuto quello stesso "abbandono".

Tutto ciò premesso...
Credo che in ogni vicenda umana l'unico modo di superare il proprio dolore sia prenderne coscienza, considerarlo nella giusta importanza, tenerlo presente a se stesso e, se possibile, trarne degli insegnamenti. In tutto ciò può sicuramente aiutare uno psicologo, ma non credo che nessun buon psicologo indurrebbe un proprio cliente a rendere latente un problema. Anzi, più il problema è grave, e più dovrebbe cercare di farne emergere poco alla volta ogni sfaccettatura in modo da far metabolizzare gradualmente il dolore.
Per l'argomento che stiamo trattando ritengo dunque inadeguato l'intervento chirurgico perchè rimangono molti dubbi sull'efficacia del rimedio che, per altro, costituisce un ulteriore trauma fisico e psichico.
Al contrario, penso che interventi simili come il lifting delle grandi labbra (di cui tra l'altro si sapeva già da tempo!), laddove non sia per motivi funzionali, rientri nell'ambito di quella chirurgia estetica con la quale ormai conviviamo da tempo e che alimenta continuamente la nostra società sempre più edonista e narcisista, abituata a riparare il danno con un colpo di spugna o con il bisturi o distratta dall'uniformarsi alle tendenze propinate dalla virtualità mediatica di tanti parassiti (tra i quali anche alcuni chirurghi...) che se la ridono alle nostre spalle e intanto intascano...
La chirurgia fa miracoli! Ma talvolta è il trionfo del superfluo e quella della ricostruzione dell'imene mi sembra che ne rappresenti un valido esempio...
Rimane solo un attenuante: l'aiuto a quella povera donna stuprata, che pur di sopravvivere nel proprio paese africano sarebbe disposta a tutto ma non ne ha la possibilità... E comunque anche per lei sarebbe meglio risolvere il problema in altro modo...


Ciao

P.S.: scusate per la lunghezza, ma non volevo rischiare di essere spicciolo o lapidario visto che è un tema che mi interessa.

non sempre chi ti mette nella m.... lo fa per farti del male...
non sempre chi ti tira fuori dalla m.... lo fa per farti del bene...
una cosa è certa, se sei nella m.... fino al collo meglio se tieni la bocca chiusa...
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