Scritto da: @rori@ 13/07/2006 16.55
Sono d'accordo co quanto detto da jgor prima (ma andare alla pagina precedente e quotare sarebbe troppo faticoso )...non credo che l'ambiente sia più brutto di altri,bisogna imparare a distinguere le relazioni che ci legano agli altri..amici,conoscenti,semplici comparse..nell'ambiente salsero come a scuola,università,ufficio,comitive varie..si possono creare dei rapporti sinceri e duraturi anche con i salseri ..d'altra parte Amorysalsa ne è una prova..se ci odiassimo tutti non saremmo arrivati a questo punto.. ...i gruppetti si creano inevitabilmente in ogni aggregazione di esseri umani.. ..a volte dispiace dover scegliere,lo capisco...ma si può stare con un gruppo una volta,con l'altro la volta successiva....e poi le occasioni x stare tutti insieme ci sono state,ci sono e ci saranno..
quoto in pieno!
Nell'ambiente salsero si ritrovano nè più e nè meno le dinamiche di altri ambienti con gruppi, sottogruppi, quartetti , triadi etc...
Mi sembra normale che tra i vari allievi di una scuola di ballo si creino una coesione e un cameratismo particolari e che l'idea che si possa avere, guardando dall'esterno, sia quella di una "casta chiusa" , visto che ogni allievo (in linea di massima) è orgoglioso di far parte proprio di quella scuola di ballo e ha modo di condividere con gli allievi della stessa scuola lo stesso percorso di apprendimento e particolari emozioni(ad esempio la tensione che precede il saggio)
Ma, per la mia personale esperienza,non mi sembra che fra i gruppi ci siano barriere così invalicabili.
Poi tutto dipende anche dalle capacità di socializzazione di ognuno....
Io, personalmente,non ho trovato difficoltà di inserimento,e mi fa piacere poter "cambiare aria" e frequentare gruppi diversi, dagli allievi di sefy come me, a quelli del maestro Attinelli e a tutti gli altri di amorysalsa.
Per quanto riguarda il discorso cui si riferiva mamma brociola
,dovrei quotare la risposta di rori(ma ahimè non sò come si mettono due quote nello stesso messaggio
)
Non mi lascio condizionare dalla presenza di persone che mi stanno antipatiche ( o che non mi suscitano niente in particolare)...se non li sopporto li ignoro, o mi limito a rapporti di cordialità, e di certo non mi privo di frequentare un gruppo che mi sta a cuore, a causa della loro presenza.
odi et amo,
quare id faciam fortasse requiris
nescio , sed fieri sentio
et excrucior