Io ci provo...questo è quello che so ....spero di poter avere altre utili notizie da voi..perchè è un argomento che mi stimola molto....
Grazie
ELEGUUA: assimilato al Bambino di Atocha e a Sant'Antonio di Padova, è il dio dei viaggi, padrone degli incroci e guardiano delle porte.
Tutte le feste della Santería cominciano e terminano con canti, ritmi e danze per Elegguá.
Egli balla con il suo attributo, il garabato, una sorta di gancio o di ramo curvo con il quale apre il cammino agli uomini.
CHANGò: è l'oricha del fuoco, del lampo, del tuono e della guerra. (=s.barbara)
OUGUUN: è l'oricha che forma insieme a Elegguá e a Ochosi la trilogia degli dei guerrieri del pantheon yoruba.
I canti a Oggún seguono, nelle feste, quelli a Elegguá.
Suo attributo è il machete.
Il corrispettivo cattolico di Oggún è San Pietro.
È il padrone dei metalli
Orula, è l'oricha della divinazione, cioè il mezzi di comunicazione tra credenti e orisha.
È identificato con San Francesco d'Assisi, San Giuseppe della Montagna e San Filippo.
YEMAYà, divinità dell'acqua salata e della maternità, è l'oricha assimilato alla Virgen de Regla.
Le sue danze sono dolci e soavi, come a rappresentare le onde del mare.
Indossa sette braccialetti d'argento e sette gonne come a rappresentare i sette mari profondi e misteriosi.
OCH§N: è la dea dei fiumi, della bellezza, della ricchezza, del miele e dell'oro.
Suoi attributi sono un ventaglio (chiamato Abebe) tempestato di perle gialle, uno specchio e il corallo.
Il suo colore è il giallo, il suo metallo l'oro.
È identificata con la Patrona di Cuba, la Virgen de la Caridad del Cobre, titolo che le fu riconosciuto da Papa Benedetto XV il 26 maggio 1916. ( "la Cachita").
La tradizione racconta che una mattina del 1628 due indiani, Rodrigo e Juan de Hoyos, e uno schiavo negro di dieci anni, Juan Morteno, venivano da Barajagua alla Bahía de Nipe per cercare sale.
Quando furono arrivati in quel luogo si accorsero che non era possibile raccogliere sale a causa del mare agitato.
Cercarono allora rifugio e dopo tre giorni riuscirono a partire su di una canoa per dirigersi verso le saline della costa.
Non era molto che navigavano, quando videro sopra le onde un oggetto bianco, che essi immaginarono essere il cadavere di un qualche uccello marino.
All'improvviso e con grande sorpresa si accorsero che l'oggetto sulle onde era invece una immagine della Vergine Maria posta sopra una tavola.
Presa l'immagine e depositata nella canoa, lessero sulla tavola questa iscrizione:
Io sono la Virgen de la Caridad.
Sistemata la Virgen nella canoa, senza aver raccolto sale, tornarono a Barajagua dove già era arrivata la notizia.
L'immagine fu portata nell'altare maggiore della chiesa parrocchiale e un uomo di grande fede, di nome Marías de Olivera, si offrì di dedicarsi al suo servizio.
L'immagine della Virgen de la Caridad è piccola e la sua base rotonda; nel braccio sinistro sostiene il Bambino Gesù che a sua volta sorregge un globo terracqueo.
(ci tengo a dire che yemayà e ochun sono le mie preferite..
)
OBATALàè il creatore del genere umano
È l'oricha della pace e della giustizia.Il suo corrispettivo cattolico è la Virgen de la Mercedes.
AGGAYù SOLà: è l'oricha assimilato a San Cristoforo.
È il padrone della terra secca, del deserto e dei vulcani;
Padre di Changó.
OYà Sposa di Changó.
Il suo corrispettivo cattolico è Santa Teresita de Jesús, e la Virgen del Carmen.
Obba (Obba Yurú) è l'oricha, figlia di Obatalá, identificato con Santa Rita da Cascia, Santa Caterina da Siena e Santa Caterina d'Alessandria.
Inle (Erinle, Ynle) è l'oricha identificato con l'Arcangelo Raffaele e con l'Angelo Custode.
Olofi-Oloddumare-Olorun è la trilogia di orichas identificata con la Divina Trinità.
Osaín
Osaín è l'Oricha assimilato a San Giuseppe e a San Raimondo Nonnato.
È il padrone di tutte le specie vegetali.
Osun
Rappresenta la vita.
È l'oricha messaggero di Obbatalá e Olofi.
Orula stesso fa affidamento su di lui per mantenere il suo potere divinatorio e la conoscenza.
È inoltre l'oricha che vigila sulla testa dei credenti.
Le sue feste sono sempre molto segrete e private. In quella dove si recita la formula "Osun ikoko, bokelé, cabelé" si consacrano le cose che vengono quindi depositate nella colomba o nel gallo di metallo che lo rappresenta.
Lo Zahir è qualcosa che,una volta che lo si è toccato o visto, non si dimentica più e occuperà ogni nostro pensiero fino alla follia.Il mio Zahir ha un nome.....