“Ecco fatto, ora non ci resta che aspettare mio Principe”
Daemon aveva scelto un’ansa del fiume particolarmente stretta come zona di pesca, aveva gettato la rete nel fiume legandola ad alcune pietre nel fondo in modo che rimanesse ben tesa e coprisse tutta la larghezza.
“Vuoi dirmi che i pesci sono così stupidi da non accorgersi di questa rete?” chiese Oberyn
“Oh certo che se ne accorgeranno mio signore, ma non potranno fare altro che finirci impigliati dentro. Seguono la corrente del fiume, che li spinge in un’unica direzione” – spiegò Daemon.
“Io però ho sentito di pesci che sanno nuotare contro la corrente” – insistè Oberyn
“Quelli sono pesci del nord mio signore, ne ho visti alcuni una volta ma erano troppo morti per poter nuotare. Di sicuro non li troveremo qui.” – asserì Daemon
“Ecco il primo!” – esclamò Oberyn, il primo pesce era finito tra gli esagoni della rete che erano evidentemente troppo piccoli per essere oltrepassati. “
Devo dartene atto Daemon, ne sai il fatto tuo in materia di pesci ma resto dell’idea che il mio metodo di pesca sia più divertente” proseguì il principe mentre si arrotolava i pantaloni appena sotto il ginocchio dopo essersi spogliato delle vesti sopra la cintura.
Così la vipera rossa impugno la sua fedele lancia ed iniziò a percorrere il fiume contro corrente cercando di infilzare quanti più pesci riusciva a scovare, nel frattempo Daemon si era disteso sotto l’ombra di una palma accanto alla trappola appena posata, aspettando che la natura facesse il suo corso.
“Se avevi voglia di oziare potevamo rimanere al castello e farci preparare una cena con il miglior pesce del mare stretto. Mi hai davvero portato fino a qui per stare disteso sotto una palma?”
Oberyn conosceva come un fratello Daemon, anzi per lui era qualcosa più di un fratello. Sapeva coniugare quel suo animo gentile da bravo ragazzo con il veleno dorniano che scorreva nel suo sangue, rendendolo un guerriero leale e letale allo stesso tempo…e queste erano qualità che al principe Oberyn piacevano particolarmente. Non riusciva però a spiegarsi il motivo di quell’uscita, a dire la verità aveva provato a darsi delle risposte durante il viaggio e credeva che non appena si fosse tolto i vestiti di dosso, Daemon non avrebbe resistito alla sua pelle lucida dal colore olivastro e gli sarebbe saltato addosso come spesso era accaduto durante le loro avventure nel continente orientale.
Daemon aprì solamente un occhio, quasi a replicare le movenze della vipera di dorne.
“Sa di noi” – si limitò a dire lo scudiero mentre richiudeva l’occhio.
Oberyn rimase fermo, immobile come una statua antica, lo sguardo fisso nelle acque trasparenti. Di scatto caricò il braccio e scagliò la sua lancia con talmente tanta forza che quando la riprese, oltre all’aver infilzato un pesce aveva perforato anche la roccia sotto, tirandoli su entrambi.
“Chi? No fermo, lasciami indovinare…mio fratello. E’ l’unica persona che potrebbe sapere di noi senza essere già morto per questo.” Oberyn fece una pausa e poi proseguì.
“E serviva portarmi qui per dirmelo? Non starai mica pensando seriamente di eliminare il principe Doran Martell?”
Daemon scoppiò a ridere.
“No mio Principe, mi dispiace colpire il tuo cuore ma non sei così importante da valere la mia testa su di una picca. Semplicemente sono in partenza.”
Oberyn si fermò di nuovo, ma questa volta fece scivolare la sua lancia nel fiume, alzò lo sguardo verso Daemon e si diresse verso di lui e si sedette vicino.
“Cosa stai dicendo? Tu sei il mio scudiero, non puoi andare da nessuna parte senza che io te lo ordini”
“So che è difficile da comprendere per uno come te Oberyn, ma c’è qualcuno il cui ordine vale molto più del tuo. Tuo fratello mi ha convocato nei suoi alloggi appena dopo il vostro incontro. Mi ha solamente detto che stanno per arrivare tempi difficili per il Dorne e per tutto il Westeros, e casa Martell con molta probabilità dovrà essere in grado di supportare la nuova corona e allo stesso tempo difendersi da amici e nemici. Mi vuole a Sunspear, vicino a vostra sorella.”
“Questo non significa che sappia di noi”
“Ehm, a dire il vero le sue testuali parole sono state: ser Daemon, voglio che tu brandisca la tua lancia per difendere mia sorella Elia, e non per sollazzare mio fratello.” “Sarò la sua guardia del corpo. Parto domani all’alba” concluse lo scudiero.
Principe Oberyn Martell
Nella seconda partita: Sandor Clegane, cappa bianca di Re Viserys Targaryen III.
Nella terza partita: Principe Doran Nymeros Martell, il quale ha preferito andare
"dove vanno le puttane" [cit.]
Nella quarta partita: Daario Naharis, mercenario sfortunato.