Sincerità e diplomazia

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Elyy.
00giovedì 21 gennaio 2010 15:07
Si può essere sinceri pur usando diplomazia?
O la diplomazia implica, per forza di cose, il tenere per sè parte di verità?

Esempio: se dicessimo a una persona: "tu riesci sempre a trarre il meglio per te dalle varie situazioni che ti si presentano, e vai avanti per la tua strada senza mai farti distrarre dalle persone che ti circondano", costui capirebbe che in realtà gli vorremmo dire che lo consideriamo un opportunista sfegatato, che si fa strada sul cadavere degli altri infischiandosene degli altrui sentimenti pur di raggiungere la sua meta?

Si possono fare tantissimi esempi dei pro e contro della diplomazia e della sincerità.

Voi che ne pensate?


Ely


francocoladarci
00giovedì 21 gennaio 2010 19:08

Esempio: se dicessimo a una persona: "tu riesci sempre a trarre il meglio per te dalle varie situazioni che ti si presentano, e vai avanti per la tua strada senza mai farti distrarre dalle persone che ti circondano", costui capirebbe che in realtà gli vorremmo dire che lo consideriamo un opportunista sfegatato, che si fa strada sul cadavere degli altri infischiandosene degli altrui sentimenti pur di raggiungere la sua meta?



No la persona non capirebbe.
[SM=g1916242]

Franco


Elyy.
00giovedì 21 gennaio 2010 19:50
Penso anch'io che non capirebbe, ma dirgli in faccia quello che realmente pensiamo, a parte l'esempio fatto, potrebbe offendere il nostro interlocutore, soprattutto se quel che abbiamo da dirgli non è proprio un'opinione positiva. E allora che fare?

Come si fa a dire quel che pensiamo senza lanciare offese?

A volte pensiamo di aver intuito o captato un motivo errato da parte della persona in oggetto, che fare in questo caso? dirglielo in faccia rischiando di offenderlo (se la nostra intuizione risultasse sbagliata) o tenere per noi la nostra impressione, osservando il corso degli eventi per sapere se la nostra intuizione era giusta o sbagliata?
Sarebbe biasimevole esprimere il nostro pensiero, al massimo, ad amici fidati per sapere cosa ne pensano?


Ely




Aquarius83
00lunedì 25 gennaio 2010 22:39
Ulteriore differenza c'è tra la diplomazia e il tatto.
Il diplomatico non è solo colui che usa bene l'arte del prendere per i fondelli ma anche quello che sa come e quando parlare poiché conosce il proprio interlocutore.
Diplomatico è chi ascolta senza pensare a ciò che vorrebbe dire e usa i punti in comune per giungere ad una soluzione.
Elyy.
00martedì 26 gennaio 2010 07:32
Avrei preferito sviscerare questo argomento, in modo migliore di quanto sia stato fatto, nel momento in cui lo proposi...

Penso che essere diplomatici non significhi essenzialmente "saper prendere per i fondelli" ma, appunto, saper esporre i concetti con tatto e cercando di non offendere senza essere costretti, per farsi capire, a dire le cose in modo "papale papale".

"Diplomatico è chi ascolta senza pensare a ciò che vorrebbe dire e usa i punti in comune per giungere ad una soluzione"

Ottima qualità, per chi riesce ad attuarla, questa però non mi sembra essere la caratteristica della diplomazia, ma di una giusta e moderata e sincera conversazione tra persone che non vogliono prevalere l'una sull'altra.

Aquarius83
00martedì 26 gennaio 2010 10:10
E se non è questa la diplomazia..
francocoladarci
00mercoledì 27 gennaio 2010 18:19
Elyy dice

Si può essere sinceri pur usando diplomazia?



Il motivo per cui vogliamo dire qualcosa a qualcuno è quello di aiutarlo, facendogli notare una sua mancanza, un suo errore oppure una certa condotta, fermo restando che dare un consiglio è già difficile quando è richiesto immaginiamo quando non è richiesto.

Quello che dobbiamo evitare, raggiare, scavalcare, sono le “cattive qualità” che ogn’uno di noi ha insito nella propria personalità, ossia, egoismo, superbia, gelosia, presunzione e così via, quindi per dire una “verità” risulta necessario non scontrarsi con queste qualità, che diversamente vanificheranno il desiderio di aiutare il nostro” amico”.

Una caratteristica necessaria per chi vuole argomentare qualcosa è la “ Diplomazia”, essa non è atta a dire ciò che non si pensa, poiché in tal caso sarà solo che ipocrisia, e certamente non si sarà nella posizione di aiutare nessuno, ma a dire ciò che si pensa senza toccare quelle cattive qualità menzionate prima, ecco allora che si ricercano parole appropriate, condite con il sale, cercando di arrivare al cuore, affinché le buone qualità possono far recepire la sostanza dell’argomentazione, e fare questo non sempre è facile.

C’è una narrazione nell’Antico Testamento in 2° Samuele 12 da 1 a 10 che narra del grave peccato commesso da Davide, prendendo la moglie di Uria e facendolo uccidere in battaglia, il profeta Natan volle riprendere Davide ma sapeva anche che egli era il re e che poteva ucciderlo per quello che avrebbe detto, ed ecco allora che Natan gli disse quello che pensava(da parte di Dio) ma lo fece usando Diplomazia, evitò di toccare quelle cattive qualità, cercando di toccare il cuore, i sentimenti di giustizia, di correttezza, così aiutò il re a capire la gravità del suo errore e chiedere perdono a Dio.

La sincerità è il motore che alimenta chi deve consigliare, ma la Diplomazia è la strada che ci porta al suo cuore.

Franco
Elyy.
00mercoledì 27 gennaio 2010 19:37


Hai ragione Franco, anche se usare la diplomazia che hai descritto, quando ci sono sentimenti feriti, è veramente difficile.

Ci dobbiamo sforzare tutti in questo senso perchè, come hai detto, ne va de i buoni rapporti col prossimo, anche quel prossimo che ci ha ferito e col quale sarebbe bello ricostruire delle buone e rispettose relazioni.

Ely


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