ROBERTO BENIGNI

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(lazarus ledd)
00sabato 24 novembre 2007 20:48
Roberto Benigni (Castiglion Fiorentino (AR), 27 ottobre 1952):attore comico cinematografico e teatrale, regista e sceneggiatore italiano di fama mondiale.

Fra i numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, vanta il ricevimento del premio Oscar per il film La vita è bella (1997), come attore protagonista.


L'infanzia
Quarto figlio di Luigi Benigni (1918 - 2004) e Isolina Papini (1918 - 2004), ultimo e unico figlio maschio dopo tre sorelle, di carattere allegro ed espansivo, si trasferisce con tutta la famiglia a Vergaio, frazione di Prato, non molto lontano dal paese natale, dove vive tutt'ora la sua famiglia di origine. Iscritto dapprima in un seminario fiorentino, lo abbandona dopo l'alluvione del 4 novembre 1966, per compiere gli studi secondari nell'istituto tecnico commerciale Datini di Prato. Ma la sua vera grande passione è lo spettacolo.

Dopo avere iniziato come cantante e musicista, debutta sul palcoscenico nella primavera del 1972, a neanche vent'anni, nel Teatro Metastasio di Prato con lo spettacolo Il re nudo di Eugenij Schwarz, diretto da Paolo Magelli. A Firenze fa la conoscenza, rivelatasi fondamentale, di Donato Sannini e Carlo Monni, che lo avviano verso forme di spettacolo popolare da strada. Nell'autunno del 1972 si trasferisce a Roma e si fa le ossa per un triennio nel teatro sperimentale, collaborando soprattutto con Lucia Poli nella compagnia Beat '72 nel Teatro dei Satiri e nel Teatro San Genesio, partecipando a diversi spettacoli; di alcuni cura anche la regia.


I primi successi
Nel 1975 fa un incontro fondamentale per la sua carriera, con Giuseppe Bertolucci, che scrive per lui il monologo Cioni Mario di Gaspare fu Giulia, che ottiene grandissimo successo dapprima al Teatro Alberico di Roma e portato poi su tutti i palcoscenici italiani. Il personaggio di contadino toscano che delinea, in gran parte autobiografico, contiene già l'ambivalenza che caratterizza anche in seguito le sue interpretazioni: da un lato, una travolgente esuberanza gestuale e soprattutto verbale, che ricorre volentieri all'eloquio plebeo e all'aperta irriverenza verso qualsiasi forma di autorità; dall'altro lato un candore ingenuo e quasi infantile, che lascia spesso intravedere una vena di surreale e malinconica poesia.

Il personaggio di Cioni suscita anche grande scandalo e molti interventi censori, nella serie televisiva Onda libera (il cui titolo originale avrebbe dovuto essere Televacca), e Vita da Cioni, approdando infine al cinema nel 1977 nel film, diretto e sceneggiato dallo stesso Giuseppe Bertolucci, Berlinguer ti voglio bene, che ne asseconda facilmente l'estrema mobilità e la loquacità incontenibile. La pellicola attraversa numerose traversie, prima di affermarsi come un film cult. I censori dell'Italia democristiana dell'epoca avversano la pellicola, impedendone la diffusione in molte sale. Benigni venne lasciato senza un minimo supporto, anche dalla critica specializzata, che avrebbe dovuto essere imparziale e schierarsi con l'artista.


Benigni al Festival di Sanremo 1980 mentre premia Toto Cutugno affiancato da Olimpia CarlisiL'immagine del primo Benigni si forma dunque come personaggio scomodo e ribelle, di nicchia, temuto da una parte ed amato dall'altra, imprevedibile e sempre capace di provocare sorprese e, a volte, choc. Apparso a una manifestazione pubblica del Partito Comunista Italiano, del quale era simpatizzante, prese fra le braccia e dondolò il leader Enrico Berlinguer, persona molto seria. Fu un fatto senza precedenti; fino ad allora, i politici italiani erano noti per la loro seriosità e formalità, e Berlinguer era forse il più serio di tutti. L'evento segnò una svolta, dopo la quale i politici sperimentarono nuovi modi, frequentando anche manifestazioni meno formali e in generale modificando il loro stile di vita verso un'apparenza più familiare.


I primi anni 80'
Durante il Festival di Sanremo del 1980 scandalizza il pubblico baciando appassionatamente, in diretta televisiva, la conduttrice Olimpia Carlisi, ma soprattutto fa storia il suo epiteto Wojtilaccio, una via di mezzo tipicamente toscana, tra l'irriverente e l'affettuoso per apostrofare il Papa venuto dall'Est, Giovanni Paolo II. In seguito compare ancora in televisione, come ospite d'onore in spettacoli condotti da Pippo Baudo (ancora al Festival di Sanremo del 2002) e Raffaella Carrà, nonché nei talk-show americani, soprattutto quello, popolarissimo, di David Letterman.

Con Bertolucci collaborerà ancora nel 1986 con un'antologia di spettacoli tenuti dal comico nelle piazze e nei teatri di tutta Italia, Tuttobenigni (dal vivo), replicata poi in videocassetta nel 1996 con Tuttobenigni 1995/96. È proprio tramite Bertolucci che Benigni entra in contatto con lo sceneggiatore Vincenzo Cerami col quale affronterà la fase più matura della carriera.


Mentre prosegue l'attività cinematografica in ruoli di secondo piano, tranne nel ruolo da protagonista di un bizzarro maestro elementare nel film Chiedo asilo di Marco Ferreri, nel 1978 partecipa al programma televisivo di Renzo Arbore L'altra domenica, nelle vesti di uno stralunato e improbabile critico cinematografico. La collaborazione con Arbore continua con altri due film: Il Papocchio del 1980 e FF.SS. del 1983; nel primo si racconta l'inaugurazione di un fantomatico, e in grande anticipo sui tempi, Centro Televisivo Vaticano: la seconda è un viaggio goliardico nei vizi dell'Italia degli anni '80 compiuto da una donna delle pulizie, raccontato in una fantomatica sceneggiatura volata via dallo studio di Federico Fellini. Entrambe le pellicole si attirano i fulmini censori e le ire del maestro riminese, che tenterà un azione legale contro il regista. Benigni soprattutto nella prima pellicola è letteralmente scatenato: da antologia le scene sul balcone papale, dove il nostro si affaccia al posto del Pontefice, e soprattutto l'impagabile monologo con l'affresco del Giudizio Universale, dapprima tagliato dalla censura e poi riproposto integralmente nel 1998, alla pubblicazione in videocassetta. Nel febbraio 2005 Benigni torna ancora insieme ad Arbore in televisione come ospite a sorpresa in un suo programma di grande successo, Speciale per me - meno siamo meglio stiamo, dove recita a memoria un canto della Divina Commedia di Dante Alighieri. Il 27 ottobre 2005, inoltre, è ospite della trasmissione Rockpolitik, accanto ad Adriano Celentano e Luisa Ranieri, dove si esibisce in un esilarante monologo di tre quarti d'ora sulla libertà di espressione, con citazioni da Voltaire e Socrate.


Dietro la macchina da presa...
Nel 1983 inizia la sua carriera di regista cinematografico con Tu mi turbi film in quattro episodi dove ha ancora modo di mostrare la sua incontenibile verve nella scena famosa della guardia al Milite Ignoto. Il film viene apprezzato da pubblico e critica, quest'ultima però accoglie tiepidamente la sua prova dietro la macchina da presa. Su quel set incontra l'attrice cesenate Nicoletta Braschi, che diventerà sua moglie e compagna inseparabile il 26 dicembre 1991 con una cerimonia privata. Da quel momento sarà presente praticamente in tutti i film diretti e interpretati dal marito.

Grandissimo successo di cassetta lo ottiene poi, nel 1984, Non ci resta che piangere, scritto, diretto ed interpretato con Massimo Troisi, pieno di gag e tormentoni entrati nel linguaggio comune e divenuti immortali. I due comici, qui al loro unico film recitato in coppia, sono simili per l'uso personale della parola e della mimica e per il ricorso al dialetto, ma anche profondamente diversi per l'appartenenza a due universi culturali tra loro assai distanti.


Fellini, Jarmusch e Edwards
Sbarcato per la prima volta negli Stati Uniti d'America, recita in tre film diretti da Jim Jarmusch Down by law del 1986, nella serie di cortometraggi Coffee and Cigarettes del 1987 - ampliata e riproposta nel 2004 - dove l'attore toscano si cimenta col mondo cupo e soffocante dell'emarginazione nelle metropoli americane e in Taxisti di notte del 1991, film ad episodi nel quale recita, in una Roma spenta e desolata, la parte di un tassista toscano che uccide un prete con la sua scabrosa confessione su amori non proprio ortodossi. Pellicole diventate cult per molti cinefili. Ruolo più brillante, invece, quello che affronta con Blake Edwards nel 1993, nel nuovo film della serie della Pantera Rosa intitolato Il figlio della Pantera Rosa, dove gli viene affidata la parte del figlio dell'ispettore Clouseau, l'indimenticabile Peter Sellers. Nel 1989 ha invece l'occasione di recitare in un film diretto da Federico Fellini, La voce della luna, tratto dal libro Il poema dei lunatici di Ermanno Cavazzoni, accanto a Paolo Villaggio, nel quale l'attore rinuncia per la prima volta alla maschera e al vernacolo per tratteggiare un personaggio lunare e inquieto, tutto teso ad ascoltare voci misteriose provenienti da un pozzo. L'anno seguente recita nella fiaba musicale di Sergej Prokofiev Pierino e il lupo, sotto la direzione del prestigioso direttore d'orchestra Claudio Abbado.


Gli anni '90 e La vita è bella
Nel 1988 inizia una proficua collaborazione con lo scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami in quattro pellicole da lui anche prodotte per la sua Melampo Cinematografica che ottengono uno straordinario successo di pubblico: nella prima, Il piccolo diavolo, recita al fianco di un leggendario attore brillante, Walter Matthau; nella seconda, Johnny Stecchino e nella terza, Il mostro, si sdoppia in due personaggi. In questi film mette a tacere la sua vena più aggressiva e popolana per concentrarsi su spiritosi equivoci.

Nel 1997 raggiunge la consacrazione internazionale con l'acclamatissimo La vita è bella, il film che racconta la tragedia dell'Olocausto. La pellicola suscita un vero e proprio vespaio a causa dell'argomento trattato, in contrasto troppo stridente, secondo alcuni, con la comicità presente nel film. Benigni, figlio di un ex-deportato (Luigi Benigni ha passato due anni nel campo di concentramento olandese di Bergen-Belsen, il medesimo di Anna Frank, ed il film si basa in parte sulle sue esperienze), difenderà sempre la sua scelta di trattare un tema così delicato con un nuovo approccio: la sceneggiatura tragicomica, in realtà, non fa altro che accentuare la drammaticità e la commozione di alcune scene, proprio grazie a questo contrasto.


24 marzo 1999, la notte dei tre Oscar
Il film riceve sette nomination all'edizione degli Oscar del 1999, portandone a casa tre nella notte indimenticabile del 24 marzo 1999, quello per la miglior colonna sonora a Nicola Piovani, quella come miglior film straniero e la prestigiosa statuetta per il miglior attore protagonista. Benigni è il primo attore non anglosassone a vincere in questa categoria, ed è anche l'unico attore - insieme a Laurence Olivier - ad aver vinto tale premio in un film diretto da sé stesso, ed il quinto a vincerlo per una commedia. È anche stato il quarto nella storia a ricevere nello stesso anno le nomination come attore, regista e sceneggiatore, dopo Orson Welles, Woody Allen e Warren Beatty.

Proprio il momento della consegna del premio da parte di Sophia Loren è rimasto memorabile per l'esplosione di gioia dell'attore toscano che, divertendo ampiamente il pubblico americano, abituato alla formalità della notte degli Oscar, all'annuncio del suo nome balzò sui braccioli e gli schienali delle sedie della sala per raggiungere il palco, passando sopra le teste dei divi di Hollywood presenti. Proprio questa gag improvvisata e il discorso di ringraziamento in un inglese stentato lo resero particolarmente simpatico ed apprezzato negli Stati Uniti. Dopo aver ricevuto le nomination, Benigni incontrò l'allora presidente della repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro e, stringendogli la mano, esclamò: Ora ho l'Oscar nelle mie mani!. Oltre a questo, il film fa incetta di premi: 5 Nastri d'Argento, 9 David di Donatello, e il prestigioso Gran Premio della Giuria al 51° Festival di Cannes, con uno scatenato Benigni che si distende ai piedi di un estasiato Martin Scorsese, presidente.

Subito dopo quel successo colossale e probabilmente irripetibile, sceglie di lasciarsi andare comparendo in un film per famiglie di produzione francese Asterix e Obelix contro Cesare, diretto da Claude Zidi, accanto a Gérard Depardieu nella parte di Obelix e alla modella Laetitia Casta, interpretando Detritus, il perfido consigliere di Giulio Cesare.
(lazarus ledd)
00sabato 24 novembre 2007 20:50
ho trasportato il topic ke avevo aperto sull'altro c'era una volta...
su questo non si postano con facilità le immagini...chi + ne ha + ne metta!
Tr@inspotting
00sabato 24 novembre 2007 23:53
l'ultima di Ben su crsi CDL:
....Tutte cose che in qualche modo, oltre che dai politologi più accorti, erano state previste anche da Roberto Benigni. Il quale aveva spiegato: «Il fatto è che Berlusconi, sentendosi un po' Gesù (a Torino dov'è la Sindone girava chiedendo: "Dov'è il mio asciugamano?") non trova un erede col quale costruire una frase come quella di Gesù con Pietro: "Pietro, su questa pietra costruirò la mia chiesa". Ci ha provato con Fini, ma quando ha detto: "Fini, su questa fine..." ci ha rinunciato. Poi con Casini: "Casini, su questo casino..." e ha rinunciato anche con lui».

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Bruno Cortona
00lunedì 26 novembre 2007 17:56
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Bruno Cortona
00lunedì 26 novembre 2007 17:58
benigni funziona bene quando fa satira.
quando fa il poeta mi convince poco. pochissimo
clopat
00martedì 27 novembre 2007 06:53
Quant'era bravo Benigni e quanto fa pena da un po' di anni
jules maigret
00martedì 27 novembre 2007 15:26
Mi costa molto ammetterlo ma purtroppo devo darvi ragione.
gli ultimi due film in particolare sono INGUARDABILI.
jules maigret
00martedì 27 novembre 2007 15:32
preferisco ricordarlo così

jules maigret
00martedì 27 novembre 2007 15:50
altra perla
Bruno Cortona
00martedì 27 novembre 2007 18:46
Dopodomani sera è su rai1 dopo ilTg.
ho letto che legge Paolo e Francesca ma che fa anche satira...speriamo bene
Tr@inspotting
00martedì 27 novembre 2007 23:13
Re:
clopat, 2007/11/27 6:53:

Quant'era bravo Benigni e quanto fa pena da un po' di anni


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jules maigret
00venerdì 30 novembre 2007 09:58
Re:
Bruno Cortona, 2007/11/27 18:46:

Dopodomani sera è su rai1 dopo ilTg.
ho letto che legge Paolo e Francesca ma che fa anche satira...speriamo bene


direi che non è andato niente male, NO?

insomma a me è piaciuto e due risate me l'ha fatte fare [SM=x875377]
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