Fan Fiction: Here Without You

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Koko90
00sabato 25 marzo 2006 18:56
Diciamo che è la mia prima FF scritta decentemente [SM=x119163]
Questa è solo l'introduzione( anche se sono già pronti i primi 4 capitoli). Se vi incuriosisce, aggiungerò il primo capitolo.
Il titolo è ripreso dalla canzone dei Three Doors Down ( [SM=x119153] ), e c'entra parecchio andando avanti nella storia...


"Due sguardi...quattro occhi... fissi gli uni sugli altri.
Occhi dorati, tristi, sofferenti, freddi...iridi cioccolose, vivaci, allegri, vivi, passionali, spensierosi; erano lì, sotto a delle luci luminosi che lampeggiavano, di tanto in tanto, e cambiavano colore: ora blu...ora celesti...ora bianche...ora rosse...ora rosa...ora buio...e poi di nuovo tutto da capo, e il gioco continuava così, per ore ed ore.
Lei: due bellissimi occhi color cioccolato, un viso dai dolci lineamenti incorniciati da lunghi e morbidi capelli corvini, una gonna di jeans a pieghe, un top rosso, che esaltava non solo le sue forme sinuose, ma anche le sue labbra così invitanti... Lui: due stupendi occhi dorati, un viso forte, freddo, quasi sofferto per il suo ruolo; lunghi capelli argentei, con a capo dei triangolini bianchi, così dolci da vedere, e così morbidi e tenere al tatto; jeans a collo basso, strappati in vari punti e sbiaditi, un giubino di pelle nera aperto facendo intravedere una girocollo nera, spalle larghe, e addominali ben scolpiti... Lei una ningen di 22 anni che ebbe un unico amore...
Lui un hanyou di 23 anni che ebbe tante donne, ed un' unica moto..."



[SM=x119160] Com'è [SM=x119160]
=Asuka90=
00domenica 26 marzo 2006 18:38
mmm... mi icuriosisce molto qst ff [SM=x119157] ... devi assolutamente post il primo capitolo [SM=x119145] , scrivi molto bene [SM=x119155] !!! [SM=x119180] [SM=x119180]
Koko90
00lunedì 27 marzo 2006 19:17
primo capitolo
Ecco il primo capitolo^^...i primi quattro non sono granchè...più in là la storia diventerrà, più originale^^

Grazie per i complimenti( [SM=x119157] ), ma non credo ancora di scrivere bene [SM=x119149]

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Primo Capitolo



- Dai! Vuoi uscire? E' da più di un’ora che sei rinchiusa dentro il bagno!- urlò disperato un ragazzo, mentre batteva violentemente una mano contro la porta di legno.
- No! Da qua dentro non mi muovo neanche se mi chiedi scusa!- rispose una ragazza, con voce soffocata dal pianto.
- Kagome! Esci immediatamente!- ribatté il ragazzo, sbattendo ancora più violentemente la mano contro la porta.
- Hojo, ti ho detto di no!- urlò lei con tutto il fiato che aveva.
- Dimmi almeno cosa ti ho fatto!- disse esausto.
- Vattene, vattene Hojo- disse con rabbia, serrando i denti.
- No! Dimmi cosa ti ho fatto!- urlò esasperato, battendo ancora più violentemente la mano.
- Lo vuoi proprio sapere?- domandò.
- Sì!- rispose deciso, fermando la mano ormai rossa, facendola ricadere a peso morto su di se.
- Tu mi hai tradito!- disse con rabbia, odio, disprezzo e scandendo le parole.
- c..che c..osa?- domandò lui shockato.
- Ti ho visto ieri sera, con una ragazza, al 'Moulin Dance'-.
- Io in quel ristorante non ci sono mai stato!- disse subito giustificandosi.
- Stai zitto!- urlò la ragazza- eri tu!- e, dicendo quelle parole in modo freddo e sussurrandole, aprì lentamente la porta. Volle vedere la reazione dell'uomo: il volto bianco ed i suoi occhi marroni spalancati verso l'esile figura della ragazza.
Kagome abbassò lo sguardo e, con un tono freddo, continuò a parlare -Ti avevo visto da fuori del ristorante, e ...-


'Entrò in un ristorante con una grande insegna rossa, che ne specificava il nome. L'entrata faceva capire che era un locale molto lussuoso: aveva una specie di corridoio e le pareti erano di pietra, tutte quadre, di colore giallo e grigio.
Kagome, con passo deciso, si diresse verso il maitre, il quale si trovava poco dopo l’entrata e, gentilmente, chiese - Buonasera! Potrei sapere a che tavolo posso trovare il signor Hojo Azuka?-
- Sicuramente lei sarà Eri Kazumishi!- domandò il maitre.
- Si sbaglia! Io sono la sua fidanzata!- disse ingenuamente Kagome.
- Mm? La fidanzata? Mi perdoni signorina...?-
- Higurashi! Kagome Higurashi! Piacere- disse, presentandosi in modo gentile ed adeguato.
- Allora, signor...-lesse la targhetta che era appesa alla giacca nera del maitre - Takushi! A che tavolo posso trovare Azuka?- domandò Kagome.
- Al tavolo numero settanta! Vuole che la faccia accompagnare?-
- No, grazie- rispose velocemente, alzando la mano come per dire di no - Vado da sola! Può solo dirmi da che parte devo andare per raggiungere il tavolo?- sorrise.
- Certamente! Vada sempre dritto, da questa parte- disse indicando a destra dell'entrata- e dopo...quasi...quindici tavoli dovrebbe esserci quello del signor Azuka!-
- E' stato molto gentile!- sorrise nuovamente- Signor Takushi! Arrivederci!-
- Arrivederci, signorina Higurashi!-
Kagome si diresse, con passo lento, verso il tavolo; mentre guardava il ristorante, con certo stupore, pensava a chi fosse quell’Eri Kazumishi!- (Mm...ho già sentito nominare questa ragazza! Ma dove? Uh! Dovrebbe essere quello il tavolo; infatti si vedono i capelli a spina di Hojo!) - ridacchiò- (Ma quella lì che si avvicina al tavolo chi è?) -
Una ragazza dai capelli neri, mossi, che le arrivavano fino alle spalle e con un vestito rosso attillato e abbastanza scollato da far benissimo trasparire tutta la sua prosperità, si avvicinò con fare sensuale al tavolo dove era seduto Hojo. Il ragazzo si alzò e le fece il baciamano; dopo di che si avvicinò maggiormente alla ragazza, cingendole la vita con un braccio e la baciò passionalmente.
Kagome vide tutta la scena e, quando vide che lui, il suo unico amore, baciava quella ragazza, i suoi bellissimi occhi color nocciola si fecero colmi di lacrime.
Una...due...tre...quattro...cinque...e altre lacrime rigarono il suo viso rosa tenue.
Si girò velocemente, asciugandosi il viso con la manica del suo cappotto e, con sguardo basso e passo svelto, cominciò a camminare. Sorpassò l'entrata, salutando distrattamente con la mano il signor Takushi e uscì dal ristorante. '


- ...ti ho visto baciare quella ragazza ed io sono immediatamente uscita!- una lacrima rigò il viso di Kagome.
Ci furono un paio di minuti di pausa. Minuti snervanti, durante i quali entrambi pensarono cose diverse. Hojo aveva ascoltato attentamente il racconto di Kagome, continuando a guardarla negli occhi; invece ora aveva lo sguardo basso e spento, e la sua mente era vuota, come se ci fosse stato un blackout. Ora non riusciva a pensare ad altro se non che ai bellissimi momenti passati con la sua dolce metà.
L'aveva amata da impazzire, fin dalla prima volta che l’aveva vista, nel primo giorno delle superiori; era stato un colpo di fulmine e soltanto in una gita del IV anno era riuscito a dichiararle il suo amore, che fu subito ricambiato da un bacio che lei gli diede. D'allora erano passati otto anni; otto anni indimenticabili per tutte e due, durante i quali erano cresciuti insieme, rispettandosi a vicenda.
Lui era diventato, dopo l'università, un uomo d'affari, ed era uno dei tanti dirigenti della "Company Bigrise", nota società d'assicurazioni ed investimenti.
Era da quando aveva messo piede nell’azienda che aveva cominciato a tradire Kagome con la sua segretaria, Eri Kazumishi, la quale era diventata in pochi mesi la sua amante. A questo pensiero il volto di Hojo si fece ancora più triste.
- Perdonami…- fu l'unico suono che uscì dalla bocca del ragazzo.
- Mm?- Kagome alzò lo sguardo, incontrando la figura di Hojo- Questa è l'unica cosa che mi sa dire?- urlò arrabbiata- Cazzo!- sbatté violentemente il piede sinistro a terra e si morse il labbro inferiore.
Lui alzò il viso, vedendo l'ultima reazione della ragazza.
- E cosa dovrei dirti?- domandò Hojo.
- Di andartene dalla mia vita...per sempre!- rispose Kagome, assumendo un tono di voce colmo di disprezzo ed odio.
- No! Perché io...-
- Non provare a dire quella frase!-
- Che io ti amo?- domandò Hojo quasi sarcastico.
- Quelle due parole, a me, non le dovresti proprio dire...perché, se mi amassi veramente, non mi avresti mai tradita!- urlò, scoppiando a piangere.
- E' stato un momento di debolezza!-
- Tsk! Un momento di debolezza! Voi uomini dite sempre così per giustificarvi- disse prima di andare in cucina con passo svelto, sorpassando Hojo.
Aprì un'anta dello scolapiatti, prese un bicchiere, lo riempì d'acqua e bevve.
Hojo la raggiunse, fermandosi sulla soglia della porta. Kagome posò il bicchiere sul tavolo di marmo che avevano comprato insieme ed incrociò gli occhi del ragazzo: il suo sguardo le chiedeva di perdonarlo.
- Ancora qui sei?- disse arrabbiata.
- Kagome!- disse dolcemente.
- Hojo, vattene!- disse quasi sbuffando, stanca di ripetere quella frase.
- No!-
- Vattene!-
- No!-
- Basta! Vattene via! Non voglio più vedere la tua faccia, lurido bastardo traditore!- urlò esasperata.
- Kagome!- sussurrò Hojo ancor più dolcemente e con un misto di compassione.
- Hojo, vattene, prima che perda la pazienza!-
- Kagome!- ripeté come prima- Ti prego! Io ti amo! Sei la persona più importante per me!...-
- Non credo che io, per te, sia la persona più importante; ma credo, piuttosto, che lo sia la tua segretaria! - disse sarcastica.
- Non è vero!- urlò.
- Non è vero?!- chiese alzando il sopracciglio destro, come per dire: "si, si! Secondo te poi io me la bevo?!"
- Sì!- fu l'ultima risposta che diede prima che Kagome andasse nella loro camera da letto..
- Mm?- Hojo la seguì, e vide che prese una valigia nera di pelle molto capiente, e che poi, uno ad uno, aprì i vari cassetti dell'armadio di legno scuro, prendendo tutti i vestiti di Hojo e riponendoli disordinatamente nella valigia.
- Che cosa fai?- domandò Hojo.
- Te ne devi andare! -rispose Kagome
- Kagome, te ne pentirai!- disse Hojo.
- No! Caro Hojo!-
Dopo questa risposta, cadde nuovamente il silenzio. Hojo non proferì più parola su quello che faceva la ragazza.
- Le altre cose te le farò recapitare in ufficio!- disse Kagome, dandogli la valigia.
Il ragazzo guardò per l'ultima volta gli occhi di lei, per vedere se c'era ancora un po’ d'affetto per lui; ma ci trovò soltanto rabbia e odio.
Prese quindi la valigia e s'incamminò verso la porta principale della casa; appoggiò la mano sul pannello d'ottone e aprì la porta, lentamente, cose se volesse imprimere, sentire e ricordarsi l'odore di lei, la loro casa, i loro momenti passati insieme... infine si girò per vedere il viso della sua compagna, sperando che, con le lacrime agli occhi, gli dicesse: "Rimani! Non m'importa se mi hai tradito! Perché io ti amo e vorrei per sempre stare accanto a te!". Invece Kagome disse -Addio Hojo!- freddamente. Quelle furono, per lui, come mille spade che trafiggevano il suo cuore, animo ed orgoglio.
- Ho capito una cosa da tutto questo- fece una pausa e continuò- Che l'amore, se tradito, fa male!-
- Che grande scoperta!- disse Kagome.
Dopo le ultime parole di lei, Hojo uscì, lasciandosi alle spalle quella casa che aveva condiviso con la sua Kagome per tre anni.

Continua...


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