Amore e tradimento nei giorni del web
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Intanto però amori trentennali naufragano (aumentati vertiginosamente,
secondo le statistiche, i divorzi tra coniugi super collaudati), le
coppie si sfasciano.
A contribuire in maniera sempre più sostanziosa al fallimento, sono
proprio i social network e in generale le tecnologie (cellulari
compresi) nate per facilitare la vita di relazione e la comunicazione.
La sveglia l’ha data uno studio legale britannico, in particolare il
titolare Mark Keenan,il quale recentemente ha dichiarato che già il
20 per cento delle cause di divorzio ha come motivo principale il
Social Network Facebook (quasi 1000 casi su 5000 richieste di
divorzio).
In queste cause la richiesta di separazione avanzata da un coniuge
viene motivata con il tradimento “virtuale” perpetrato dall’altro
coniuge.
Tradimento “virtuale” finché si vuole ma capace di infliggere ferite
brucianti che possono diventare mortali.
Facile affermare che un matrimonio incapace di reggere l’urto di un
tradimento virtuale è evidentemente troppo poco solido.
Sbagliato.
Pare che non pochi siano i casi in cui il legame tra i coniugi o i
conviventi spezzato dal web, vantasse una buona solidità.
Buona però, non ottima.
Il desiderio di avventura alberga sempre nel cuore di uomini e donne,
soprattutto in quello dell'attuale generazione di adulti :
narcisisti delusi nei loro sogni utopistici generazionali.
Sogni ipernutriti negli anni tra i sessanta e gli ottanta e in
seguito, a partire dai tempi della "Milano da bere", spediti con un
bel calcio all’inferno.
Tradire però non è facile, ci vuole iniziativa, accettazione dei
rischi.
Non molti alla fine osano avventurarsi sul percorso pieno di insidie,
incertezze, tranelli, di una relazione adulterina, soprattutto se di
lunga durata.
Ma se il cammino è quello virtuale del web, allora è diverso.
Non sembra neanche un tradimento, assomiglia piuttosto a quelle cose
adolescenziali fatte di intimità suggerite e mai concluse, di parole
scontate ( Solo tu mi sai capire, con te mi sembra di rinascere...).
Piene di vie d’uscita.
E invece....invece il tradimento virtuale ferisce forse più in
profondità di quello tradizionale.
Innanzi tutto perché chi scopre il tradimento generalmente non lo
viene a sapere dall’amico, ma si trova le prove del tradimento sotto
il naso.
Scritte sul Web o sul display del cellulare, incise per sempre negli
occhi e nel cuore: ogni parola è un rintocco di campana che suona a
morto.
Il vecchio compagno di vita diventa, o si sente diventare, un
giocattolo rotto.
Da buttare.
Il fedifrago virtuale scoperto a questo punto ha due possibilità:
difendere lo spazio del proprio narcisismo, magari con la scusa della
privacy, protestare l'innocenza di rapporti che nulla hanno di
carnale, oppure fare ammenda, prendendo consapevolezza della cinica
superficialità del proprio vivere, e mollare modalità involute di
relazionarsi.
Ciò significa: disintossicarsi (da facebook, da Bebo, ma anche
dall'indiscrezione di skype...) e riscoprire la vita.
Se l'adultero ne ha ancora la forza, ovviamente, e la capacità.
Perché il web asciuga.
Abitua a rapporti senza odore.
Mi viene in mente il non olet di Vesapasiano: "il denaro guadagnato
dal commercio di urina, caro Tito, non puzza.
Non olet".
Vuoi vedere che è cominciato tutto da lì?
Dalla riduzione della materia di scarto in denaro.
Forse anche noi, per chi gestisce il gioco nella stanza dei bottoni
(ma esiste?
o tutto scaturisce da un selvaggio disordinato intrecciarsi di
appetiti voraci...), siamo materia di scarto.
I nostri amori trentennali, i nostri figli, le nostre storie
faticosamente costruite, sono materia di scarto da tradurre in
profitto.
I single, ovvio, consumano di più del singolo membro di una famiglia.
Viaggiano di più, comprano di più: ciascuno ha un’auto, un
frigorifero, un mutuo acceso per l’acquisto di una casa...
Distruggere le comunità naturali come la famiglia aumenta i consumi.
E il web dà la sua mano, come una brava bestia obbediente, a chi da
tutto il sistema ci guadagna.
E anche le persone obbediscono: anche loro buone bestie.
Si innamorano sul network, sostituendo (ma virtualmente!) il coniuge
che li ha amati nei momenti difficili, magari li ha assistiti quando
erano malati, soli, in crisi...con una forma vuota, un nome.
O magari una persona conosciuta nel presente o nel passato ma comunque
incontrata e penetrata nella sua esibita intimità grazie ad internet.
L’amore ridotto allo strusciarsi tenero di due scoiattolini che stanno
vicini finché dura l’inverno.
Cip e Ciop.
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Fonte:
lafatacentenaria.blogspot.com/2010/02/sul-web-lamore-non-o...
Piero