9 Maggio 1978 / 9 Maggio 2008

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!silvieta!
00mercoledì 7 maggio 2008 11:59



1978
9 maggio. Alle ore 1,40 il macchinista del treno Trapani-Palermo, Gaetano Sdegno, transitando in località "Feudo", nel territorio di Cinisi, avverte uno scossone, ferma la locomotiva e constata che il binario era tranciato. Avverte il dirigente della stazione ferroviaria che, alle 3,45 chiama per telefono i carabinieri. Questi accorrono sul posto: dal loro sopralluogo risulta che il binario è stato divelto per un tratto di circa 40 centimetri e che nel raggio di circa 300 metri erano sparsi resti umani. La persona deceduta in seguito all'esplosione viene identificata in Giuseppe (familiarmente Peppino) Impastato.

Dopo il “testimone di mafia”, famoso, giudice Giovanni Falcone, eccone un altro, meno famoso, Giuseppe Impastato. Non era un giudice. Era......uno qualunque?

Queste righe non vogliono essere la presentazione o l’impossibile riassunto della sua vita, ma un invito ad andare a conoscere la sua storia, i suoi ideali, la sua lotta contro la mafia, contro alcuni aspetti della sua famiglia e della sua stessa personalità.

Peppino è cresciuto tra un padre mafioso, anche se prudentemente autopensionatosi, e una madre educata a tacere, ma che di tanto in tanto esplode. Il suo rifiuto della mafia e tutt’uno con la sua infanzia, con la sua voglia di vivere che si scontra con l’autoritarismo del padre.

Peppino ha rotto due tabù: quello mafioso e quello democristiano. A Cinisi mafia e Democrazia Cristiana sono la stessa cosa, e lo sono pure nella famiglia di Luigi Impastato. Il padre lo scaccia di casa; é un gesto plateale che si ripeterà varie volte, fino alla definitiva espulsione. Il padre, cacciandolo di casa, dice a tutto il paese, e “manda a dire” in particolare ai suoi amici capimafia e gregari, che lui non ha niente a che fare con quel figlio e con quelle scelte.

Questa storia familiare, micidiale per Peppino ed emblematica di una Sicilia che uccide prima che con la lupara e i kalashnikov con i suoi tiranni familiari, padri che vogliono i figli a loro immagine e somiglianza e che per essere domestici saturni non sempre hanno bisogno di essere affiliati alle “onorate società”, ha diviso in due la personalità di Peppino e ha spaccato la sua stessa famiglia.

Dagli appunti di Peppino abbiamo un quadro umano, oltre che politico, dell’esperienza del ’68.

(......) “E stato forse quello il periodo più straziante e al tempo stesso più esaltante della mia esistenza e della mia storia politica. Passavo con continuità ininterrotta da fasi di cupa disperazione a momenti di autentica esaltazione e capacità creativa: la costruzione di un vastissimo movimento d’opinione a livello giovanile, il proliferare delle sedi di partito nella zona, le prime esperienze di lotta di quartiere, stavano li a dimostrarlo. Ma io mi allontanavo sempre più dalla realtà, diventava sempre più difficile stabilire un rapporto lineare col mondo esterno, mi racchiudevo sempre più in me stesso. Mi caratterizzava una grande paura di tutto e di tutti e al tempo stesso una voglia quasi incontrollabile di aprirmi e costruire. Da un mese all’altro, da una settimana all’altra, diventava sempre più difficile riconoscermi. Per giorni e giorni non parlavo con nessuno, poi ritornavo a gioire, a proporre, a riproporre: vivevo in uno stato di incontrollabile schizofrenia.”

Queste vogliono essere, come altre pagine dedicate ad altri “Testimoni”, uno spunto di riflessione sulla nostra vita. Peppino è testimone di come “la lotta contro la mafia” avviene a più livelli: prima di tutto e ogni giorno nella sua persona, poi nella sua famiglia, nel suo paese e nella Sicilia intera.

Così anche noi dovremmo “lottare” a più livelli per concretizzare i nostri valori: non ha senso, ad esempio, manifestare a Genova per ragioni “globali”, senza coinvolgere in queste ragioni anche la nostra famiglia (si cambia....SOLO INSIEME!); non ha senso “parlare” delle contraddizioni del mondo senza cimentarle nel confronto con il proprio “vivere” e la propria personalità. Quest’ultima è forse la più grande fatica: quale sofferenza nella solitudine e nelle lotte interiori di Peppino?

Quale la nostra responsabilità nel lasciare a lottare da soli alcuni testimoni inevidenti dei luoghi e tempi in cui viviamo?

Ai funerali di Peppino, e dopo in tante manifestazioni, i suoi compagni, quelli che avevano vissuto con lui l’esperienza delle lotte e delle denunce, delle manifestazioni e di Radio Aut, gli “scazzi” e le riconciliazioni, hanno inalberato uno striscione con scritto: “Con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo”. Si sa che certe cose è facile scriverle ma difficile, molto difficile, attuarle. Per molte ragioni, molti non hanno continuato, e tra i suoi compagni e tra gli altri che in quella scritta si erano riconosciuti.



+Tiberius+
00giovedì 8 maggio 2008 10:28
Prima Radio diventa Radio Aut

Venerdi 9 maggio, in occasione del trentennale dell'omicidio di Peppino Impastato, Primaradio, insieme al blog di Peppino Impastato( www.peppinoimpastato.com ) diventerà RADIO AUT per tutto il giorno. Questo per NON DIMENTICARE quelli come Peppino che hanno risvegliato le coscienze lottando contro la mafia e contro le ingiustizie. Da Primaradio potrete riascoltare la voce di Peppino che tuonava contro la mafia su "ONDA PAZZA" e sentire il parere dei tanti ospiti che, in diretta, parleranno del loro appoggio alla lotta alla mafia e delle loro esperienze. Inviati dalla manifestazione a Cinisi si collegheranno in diretta su RADIO AUT per intervistare i cittadini presenti pronti a far sentire il loro "NO ALLA MAFIA". Tra questi inviati, anche gli amici di Fascioemartello.it che non ci faranno mancare il loro appoggio ed i loro temi di discussione. Perchè, come diceva Peppino: "LA MAFIA è una MONTAGNA DI MERDA"!

sui 90.6 a Palermo o in streaming su www.primaradio.net

!silvieta!
00giovedì 8 maggio 2008 10:43
Re:
+Tiberius+, 08/05/2008 10.28:

Prima Radio diventa Radio Aut

Venerdi 9 maggio, in occasione del trentennale dell'omicidio di Peppino Impastato, Primaradio, insieme al blog di Peppino Impastato( www.peppinoimpastato.com ) diventerà RADIO AUT per tutto il giorno. Questo per NON DIMENTICARE quelli come Peppino che hanno risvegliato le coscienze lottando contro la mafia e contro le ingiustizie. Da Primaradio potrete riascoltare la voce di Peppino che tuonava contro la mafia su "ONDA PAZZA" e sentire il parere dei tanti ospiti che, in diretta, parleranno del loro appoggio alla lotta alla mafia e delle loro esperienze. Inviati dalla manifestazione a Cinisi si collegheranno in diretta su RADIO AUT per intervistare i cittadini presenti pronti a far sentire il loro "NO ALLA MAFIA". Tra questi inviati, anche gli amici di Fascioemartello.it che non ci faranno mancare il loro appoggio ed i loro temi di discussione. Perchè, come diceva Peppino: "LA MAFIA è una MONTAGNA DI MERDA"!

sui 90.6 a Palermo o in streaming su www.primaradio.net




complimenti per l'iniziativa...Per quanto mi sarà possibile ascolterò la trasmissione [SM=g27811]
+Tiberius+
00giovedì 8 maggio 2008 11:01
Re: Re:
!silvieta!, 08/05/2008 10.43:



complimenti per l'iniziativa...Per quanto mi sarà possibile ascolterò la trasmissione [SM=g27811]



GRAZIEE!! [SM=g27811]

Io ci credo molto in queste cose specie verso gli "uomini qualunque"...
Sara perchè sono nato il giorno di un altro assassinio eccellente e cioe di quello di PIO LA TORRE...
Senza nulla togliere a Falcone, Borsellino, Moro e tanti altri, i cosidetti UOMINI QUALUNQUE sono i morti senza volto o senza titoloni sui giornali(La morte di Impastato venne "coperta" da quella di ALDO MORO) ma spesso valgono di piu' di quelle eccellenti....
La storia non si fà senza gli uomini qualunque...
Un Esempio: Vi ricordate il giovane cinese che dopo le rivolte a piazza Tien an men cerco di bloccare con il suo gracile corpo il passaggio di un carro armato??

elcentauro
00giovedì 8 maggio 2008 19:12
Re: Re: Re:
+Tiberius+, 08/05/2008 11.01:



GRAZIEE!! [SM=g27811]

(La morte di Impastato venne "coperta" da quella di ALDO MORO)




penso che sia anche normale dare più importanza alla morte di una persona che rappresenta un istituzione nazionale piuttosto che ad un assassino di mafia,anche xkè in quel periodo erano cosi tanti che quasi diventò uno dei tanti....
attenzione con questo non voglio infangare o sottovalutare la morte di Peppino Impastato,tutti gli uomini hanno lo stesso valore,ma nel caso di Moro parliamo di un uomo che rappresentava lo stato e il suo omicidio rappresentò un gravissimo attacco alla nazione...
M@§§IMO
00sabato 10 maggio 2008 11:15
Io condivido quanto dice Tiberio, è sgradevole mettere il bilancino sulla morte delle persone, ma al di là della cassa di risonanza che si sposta a favore di persone più istituzionali, il sacrificio della gente comune, che coscientemente mette in pericolo la propria vita per combattere contro la mafia, come capitato a Peppino Impastato o a Pio La Torre, lo trovo veramente eroico.
+Tiberius+
00martedì 13 maggio 2008 17:13
Re:
M@§§IMO, 10/05/2008 11.15:

Io condivido quanto dice Tiberio, è sgradevole mettere il bilancino sulla morte delle persone, ma al di là della cassa di risonanza che si sposta a favore di persone più istituzionali, il sacrificio della gente comune, che coscientemente mette in pericolo la propria vita per combattere contro la mafia, come capitato a Peppino Impastato o a Pio La Torre, lo trovo veramente eroico.



Si dice che probabilmente nell'assasinio di Peppino Impastato non fu del tutto casuale...anche perchè il rapimento Moro "attraeva" la stampa..
Premesso che non ho nulla contro Aldo Moro che comunque era almeno persona capace politicamente e umanamente una brava persona, ma tengo a precisare, come detto prima, l'importanza di chi ha dato la vita, senza alcuna riconoscenza durante la loro lotta, per combattere la criminalità e le sue collusioni. Ci tengo sopratutto verso chi, all'inizio, ha subito una doppia morte dovuta alle istituzioni che ne seguivano le indagini. Solo a fascicolo riaperto Tano Badalamenti venne processato e condannato all'ergastolo, cosi come gli assassini di Impastato. Stesso discorso per Pio La Torre e per molti altri...

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