E’una poesia composta dal sordo americano dott. Willard J. Madsen.Poesia secondo me bellissima.. Almeno.. ammetto che in me ha creato un pò di "scombussolamento "
. Mi commuove, mi convince, mi esalta. Contiene delle grandi e profonde verità intorno alla sordità che, confesso,potevo aver notatop nella mia esperienza con gente sorda, ma che solo un poeta con una tale sensibilità come lui poteva mettere in "parole".
Ma ci sono quelli che giudicano la poesia in questione in modo negativo perché susciterebbe il sospetto che il sordo si compiaccia ad atteggiarsi a vittima, persino a martire.
Madsen è un professore che insegna al Gallaudet College, uno dei più famosi.
So di lui che è sposato, con tre figli, che è un tipo che sa essere serio e allegro con buona vera umoristica, secondo i momenti. Ma anche fiero per sé e per i fratelli sordi.
Per ciò non dubito che componendo quella poesia egli voleva unicamente mettere in evidenza il peso della sordità, le sofferenze che ne derivano, che chi non è sordo non potrebbe mai comprendere in pieno. Da qui quel grido poetico: “devi essere sordo per capire”. Forse un compiacimento potrebbe esserci, ma non certo l’intenzione di suscitare pietà, compassione…
Giorni fa un docente sordo che ha vissuto anni in america ci raccontava che i sordi americani non si rinchiudono affatto nel lamento della propria minorazione anzi sanno arrangiarsi molto bene. Addiruttura a volte riescono in certi posti a far imparare l’alfabeto manuale e a far conoscere la loro cultura agli udenti.
il vero io è quello che sei e non quello che hanno fatto di te