Dalla newsletter di Enzo Conte :
Cari compagni di viaggio,
"Ha ancora senso continuare a disquisire se sia meglio la salsa cubana o quella portoricana; se sia più spettacolare il New York Style o il Los Angeles Style; se sia meglio ballare sull'uno o sul due; o se nel break on two sia meglio partire in avanti o indietro.
Non sarebbe meglio spostare la nostra attenzione verso l'individuo e le sue mille problematiche?"
Ad esempio: qual'è la cosa più difficile da insegnare ai propri allievi?
Tenere il tempo?
Sicuramente è difficile,,, ma con molta pazienza si può riuscire a trasmettere una cognizione del tempo anche alle persone meno dotate.
Imparare nuovi passi o nuove figure?
Sicuramente no! Anzi, credo che questa sia, in realtà, la cosa più facile e meno problematica
La cosa più difficile è insegnare un LINGUAGGIO CORPOREO, soprattutto a quelle persone che solo "da grandi" cercano di riscoprire il proprio corpo.
Il problema vero è che fin da piccoli (a differenza di quanto succede in diversi strati sociali di alcune aree geografiche dell'America Latina) la società che ci circonda ci impone di "non esprimere" le nostre emozioni attraverso il nostro corpo. Questo di fatto è il nostro handicap di partenza più grosso ma è un handicap che ha delle radici profonde e che meriterebbe un'analisi certamente più ampia..
Il sogno segreto di ogni salsero è riuscire a ballare con sensualità, erotismo, con "sabor", ma quel sabor è proprio figlio di un linguaggio corporeo che la maggior parte di noi non possiede o meglio dire "non riesce ad esprimere".
La mia curiosità personale mi ha spinto a cercare risposte nella new age come nella psicologia. Ho trovato ad esempio estremamente interessante le analisi di Alexander Lowen, un medico psicoanalista (formatosi alla scuola di Wilhelm Reich), autore di libri come "Il linguaggio del corpo", e "Bioenergetica".
Secondo Alexander Lowen:
"C'è una identità funzionale fra il carattere di una persona e il suo atteggiamento corporeo.
Secondo lo stesso studioso molte persone tendono a nascondersi dietro una corazza. Si tratta di una vera e propria armatura che serve a proteggerli dalle esperienze emotive più dolorose e minacciose.
Queste inibizioni al linguaggio corporeo non ce lo auto-imponiamo volontariamente: si sviluppano come strumento di sopravvivenza in un ambiente e in una cultura che negano i valori del corpo a favore del potere, del prestigio e del possesso (...)
Libertà, grazia e bellezza sono attributi naturali di ogni organismo animale.
La libertà è l'assenza di repressione interiore del flusso delle sensazioni.
La grazia è l'espressione di questo flusso nel movimento.
La bellezza è una manifestazione dell'armonia interiore generata dal flusso.
Sono indice di un corpo sano e perciò di una mente sana (...)
L'atteggiamento di una persona verso la vita si riflette molto nel suo portamento o nel suo modo di muoversi.
L'individuo con un portamento nobile o regale si distingue da un individuo in cui la schiena curva, le spalle cadenti o il capo leggermente inclinato, indicano la rassegnazione a sopportare i gravi fardelli della vita.
Una persona è la somma delle sue esperienze di vita, ciascuna delle quali è registrata nella personalità e strutturata nel corpo (...)
Spesso mi sono chiesto: perché balliamo? Le motivazioni sono tante, alcune serie, altre sicuramente più futili, ma sicuramente attraverso il ballo cerchiamo un modo per attivare un dialogo interiore con noi stessi, con il nostro corpo come con gli altri.
Attraverso di esso ci piacerebbe sprigionare la nostra gioia di vivere, il nostro bisogno di comunicare, ma poi ci accorgiamo di quanto sia difficile, soprattutto quando magari ci troviamo a lezione davanti ad uno specchio (che ci mette talvolta impietosamente di fronte ai nostri limiti) o quando magari ci confrontiamo con persone che sono spesso più disinibite o semplicemente più estroverse.
Ma è proprio grazie a questa "ricerca interiore" che alle volte possono accadere dei piccoli miracoli.
Ed allora la danza si trasforma magicamente in un formidabile strumento terapeutico che ci mette a confronto non solo col il nostro "io" ma anche con quel " tenero fanciullino" che è dentro ognuno di noi.
Ci mette in contatto con i suoi bisogni, le sue fragilità, le sue paure, le sue insicurezze, i suoi desideri ma anche e soprattutto con i suoi sogni....
Enzo Conte
www.enzoconte.it
[Modificato da DjSabor 21/11/2006 10.04]
DjSabor