Quando la gestualità
fa rima con femminilità
di Enzo Conte
Noi tutti quando pensiamo alla donna latina non possiamo sfuggire a certi stereotipi che ormai fanno parte del nostro immaginario collettivo, ma poi quando andiamo nei luoghi di origine ci accorgiamo che molti di quegli stereotipi fanno appunto parte solo del nostro immaginario, collettivo...
Ad esempio da noi in Italia, l'immagine della salsa portoricana, soprattutto per quanto riguarda l'universo femminile, è indissolubilmente legata al concetto di "eleganza". Chi si reca a Puerto Rico per la prima volta si rende invece subito conto che la situazione è decisamente più complessa e che esistono varie tendenze, diversi modi di esprimere le proprie emozioni anche in base alla propria estrazione sociale. Noi italiani ci siamo fatti in qualche modo condizionare dal fatto di aver conosciuto il ballo portoricano attraverso ballerine come Alicia "chacha" Seguinot, Tania Santiago o Vivian Ayala che a loro volta erano creazioni di Papito Jala Jala. In realtà Alicia, Tania o Vivian dovevano considerarsi delle eccezioni e non piuttosto la norma.
E' stato Papito Jala Jala il primo a creare una certo tipo di espressività legata alla donna. Il suo essere omosessuale ha fatto in modo che riuscisse a trasmettere a queste donne, in origine per nulla affatto eleganti, la sua idea di femminilità. Papito di queste donne non era solo il maestro ma era anche il mentore, colui che consigliava come vestirsi, come camminare o come stare semplicemente sedute. Di fatto Papito ha saputo trasformare in donne di classe, donne che al contrario venivano dalla calle. C'è però da sottolineare che nel fare ciò, Papito ha sempre confessato di essersi ispirato alle ballerine del Tropicana di Cuba. Non ha fatto altro che prendere spunto da quelle movenze ed adattarle secondo la sua personalità ed il suo gusto. Il paradosso è che oggi sono in molti ad essere convinti che nella salsa cubana non esista un certo tipo di gestualità, quando invece questo aneddoto ci dimostra come importante sia stata l'influenza cubana nello stile di Papito Jala Jala.
Con gli anni, la gestualità tipica delle donne di Papito ha influenzato molto il ballo delle ballerine di salsa di tutto il mondo, persino quelle di New York. Quando anni fa andai a lezione da Eddie Torres mi ricordo che la gestualità delle sue allieve non era affatto paragonabile a quella di Papito ma nemmeno a quella odierna dello stesso Torres, che negli anni, bisogna riconoscerlo, ha dato ben altre movenze alle sue donne, che, giri a parte, sembravano all'inizio poco curate. Quindi quella che noi vediamo come la principale caratteristica del ballo portoricano o newiorkese è soltanto una proiezione che abbiamo fatto idealmente nostra proprio perché molto vicina alle nostre corde e alla nostra indole. Le ballerine della "calle" spesso non utilizzano quella gestualità così espressiva, anche perché quella gestualità è quasi sempre frutto di anni di studio. Ad esempio, Tania Santiago, riconosciuta oggi come la più brava ballerina portoricana per affinare la sua espressività e la sua tecnica di esecuzione ha studiato a lungo danza e questo fatto l'ha aiutata a modellare il suo corpo e di conseguenze le sue movenze.
Spesso attorno a quella gestualità che tanto incanta noi uomini si scatenano delle polemiche. C'è chi sostiene che la gestualità deve essere istintiva e chi invece sostiene che al contrario la gestualità va attentamente studiata. Nel parteggiare per una o per l'altra corrente di pensiero ci dimentichiamo (come spesso accade) che la cosa è estremamente soggettiva, in quanto ci sono delle persone che hanno in partenza un proprio linguaggio corporeo, mentre altre persone (forse la maggioranza) si avvicinano alla danza proprio col segreto desiderio di sviluppare un linguaggio che non possiedono.
In questo caso gestualità fa rima con femminilità. perché è proprio attraverso il ballo che la donna cerca di entrare in contatto con la sua parte più femminile. In una società, non dimentichiamelo, che tende invece ad imporre modelli maschili. Questo giustificato desiderio di "essere donna", di "vestirsi da donna" e di "muoversi come una donna", va però spesso a scontrarsi con delle difficoltà di partenza. Mettersi davanti ad uno specchio e confrontarsi con le proprie fragilità può essere un'arma a doppio taglio perché potrebbe paradossalmente alimentare le proprie insicurezze.
La donna, nonostante i guasti provocato da un esasperato femminismo, ha per natura una maggiore grazia, una maggiore eleganza e un'innata predisposizione per il ballo. Il problema è che, oggi, molte fanciulle hanno una femminilità repressa e spesso si vergognano a tirare fuori la donna che hanno dentro. Peccato perché la cosa più bella di questo ballo è proprio la sensualità che solo le donne latine (e le italiane sono latine!) riescono ad esprimere!!!...
Conoscere bene il proprio corpo, conoscere meglio se stessi diventa il modo giusto per riuscire a sprigionare le proprie emozioni, ed esprimere al massimo la propria femminilità. Un percorso non facile attraverso il quale la salsa smette di essere un semplice oggetto di divertimento per diventare uno vero strumento di terapia che permette ad ogni donna di entrare in contatto con il proprio se, i propri bisogni. Tutto ciò con l'aiuto di un maestro che si trasforma di conseguenza in terapeuta. Non è infatti casuale che già in passato, qualche attento osservatore, nell'analizzare questo fenomeno, abbia accostato la salsa alla danza-terapia.
Ed è una branca della quale torneremo ad occuparci per il futuro...
Enzo Conte
quest'uomo ha una cultura immensa...
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